Titolo: Monstrum
Autrice: Ligeia
Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black, James Potter, Lily Evans
Rating: G
Genere: angst, drabble/ficlet
Riassunto: Il giorno dopo il fattaccio alla Stamberga Strillante, Remus e Sirius hanno una discussione.
Note: Scritto per l'Argomento del Mese di giugno di Slash_it: Un litigio.
Tutti i personaggi appartenenti all'universo di Harry Potter sono di proprietà di JK Rowling. Io sono solo una fan devota con troppa immaginazione
I nomi dei personaggi sono quelli della versione originale inglese.
Moony = Lunastorta
Snivellus = Mocciosus
James Potter si voltò di scatto quando sentì l'ingresso della sala comune aprirsi.
"Remus! Come stai?" chiese andando incontro all'amico che era appena entrato.
"Benissimo," rispose Remus Lupin. Aveva la voce rauca, come sempre il giorno dopo la trasformazione. "Ho quasi ucciso una persona stanotte, ma adesso sto da Dio."
"Remus..."
"Scusa, James, ma non mi va di parlarne," lo interruppe l'amico. "So che tu non c'entri niente, anzi, se non fosse stato per te..."
"Non ci pensare. L'importante è che non sia successo niente."
"Ma non è vero che non è successo niente! Snape mi ha visto. E io l'ho quasi ucciso. Cazzo, James, pensa se l'avessi morso..." Remus si mise le mani nei capelli. "Sarei finito dritto dritto ad Azkaban."
"Ma non è stata colpa tua. Come potevi sapere..."
"Quanto vuoi che valga la parola di un lupo mannaro? E pensa a quanti guai avrebbe passato il preside, che mi ha coperto per tutto questo tempo... Dio, spero solo che Snape non dica niente."
"Non ti preoccupare, Dumbledore gli ha praticamente ordinato di tenere la bocca chiusa."
Remus lo guardò con sospetto. "E tu credi che lo farà? Sono sicuro che muore dalla voglia di vendicarsi di tutti gli scherzi che gli abbiamo fatto."
"Non ti preoccupare, il preside sa essere molto persuasivo."
Remus sospirò e si sfregò gli occhi arrossati. "Forse dovrei parlargli..."
"A Snivellus? Ma sei matto? Quello come minimo ti trasforma in un vermicolo e ti usa per una pozione."
Il commento strappò un debole sorriso a Remus. "Forse hai ragione. Beh, al momento l'unica cosa che voglio fare è buttarmi sul letto e mangiarmi una Cioccorana."
"Non ti preoccupare, vedrai che si sistemerà tutto."
"Lo spero."
Remus salì le scale ed aprì la porta del dormitorio. Si fermò di colpo quando vide Sirius Black seduto sul suo letto.
"Cosa vuoi?"
"Solo vedere come stai," rispose il ragazzo. Si alzò e fece per avvicinarsi, ma Remus gli fece cenno con la mano di fermarsi.
"Non ti avvicinare. E non rivolgermi la parola."
"E dai, Remus, non ti ci mettere anche tu. Già il preside mi ha annullato il permesso per Hogsmeade per punizione..."
"Sono sorpreso che non ti abbia espulso."
"Ma Moony..."
"E non chiamarmi Moony! Io non sono Moony! Moony è un mostro e per colpa tua stava per uccidere un ragazzo innocente!"
Sirius fece un sorrisetto. "Credi davvero che qualcuno avrebbe sentito la mancanza di Snivellus?"
Remus lo guardò cupo. "Esci subito di qui."
"Guarda che questo è anche il mio dormitorio, non puoi buttarmi fuori. E comunque non puoi dirmi cosa devo e non devo fare, neanche col tuo bel distintivo da Prefetto."
"Bene, allora me ne vado io," ribatté Remus. "Piuttosto che dividere la stanza con te preferisco dormire con quelli del primo anno." E se ne andò sbattendo la porta.
'Stupido, stupido, stupido.' Remus non riusciva a credere che Sirius avesse potuto fare una cosa del genere e non provare alcun rimorso. Certo, fra lui e Snape non era mai corso buon sangue, ma stavolta aveva superato ogni limite. Possibile che non si rendesse conte del rischio che avevano corso?
"Ehi, Remus! Dove vai?" gli chiese James, che era ancora nella sala comune a leggere 'Tutto Quidditch'.
"A fare due passi. Ci vediamo a cena."
Non voleva vedere nessuno. Aveva ancora i muscoli tutti indolenziti per la trasformazione, ma continuò a camminare a grandi passi; voleva allontanarsi dalla Torre di Grifondoro il più presto possibile. Si diresse con decisione verso la biblioteca, che di solito era pressoché deserta a quell'ora. Come aveva immaginato, c'erano solo alcuni studenti, per la maggior parte Corvonero del settimo anno che si stavano preparando, con largo anticipo, per i M.A.G.O. Andò nella sezione di Difesa contro le Arti Oscure, prese un libro a caso dallo scaffale e si sedette ad un tavolo isolato. Vi appoggiò sopra i gomiti e si prese la testa fra le mani.
"Ti senti male?"
Remus alzò lo sguardo e vide una ragazza che lo guardava con aria preoccupata. Non una ragazza qualsiasi. Lily Evans. Remus non la conosceva bene, ma James parlava talmente tanto di lei che gli sarebbe stato impossibile non riconoscerla.
"No, ho solo un po' di mal di testa," rispose.
"Sei sicuro? Se vuoi ti posso accompagnare in infermeria, tanto non ho una gran voglia di studiare."
Remus sorrise. "Non ti preoccupare, sono stato peggio."
Lily si sedette di fronte a lui. "Sei Lupin, vero? Ti vedo sempre insieme a Potter. Senti, visto che sei un Prefetto, perché non gli dici di smetterla di darsi tutte quelle arie e di infastidire chiunque gli capiti a tiro? L'altro giorno ha fatto crescere la coda al ragazzo di una mia amica."
"Sì, deve avermi detto qualcosa in proposito," disse Remus, ricordandosi della minuziosa descrizione che James gli aveva fatto. "Beh, io gli tiro le orecchie ogni tanto, sia a lui che a Sirius, però..." Come poteva spiegare che aveva paura di perdere gli unici veri amici che avesse mai avuto? "In fondo non sono cattivi..."
"Però ti stanno usando. Sanno che chiuderai sempre un occhio in loro favore e ne approfittano."
"Forse hai ragione. Ma io non sono un tipo che fa amicizia facilmente e loro sono davvero importanti per me."
Lily lo osservò attentamente. 'Probabilmente penserà che sono un codardo,' pensò Remus. 'E non ha tutti i torti.'
"Beh, allora vorrà dire che continuerò io a tenere a bada quel cretino di Potter," disse alla fine la ragazza. Si alzò e gli sorrise. "E tu non ti preoccupare. La gente farebbe la fila per avere un amico come te."
Remus la osservò senza dire niente mentre se ne andava. Lily non sapeva che in realtà c'era un mostro dentro di lui, non poteva capire cosa significasse vivere con la paura che qualcuno potesse scoprire il suo segreto, col terrore che un giorno avrebbe potuto uccidere qualcuno senza nemmeno rendersene conto. Ma le sue parole l'avevano sollevato.
Fece un respiro profondo e spostò la sua attenzione sul libro che aveva scelto. 'I vampiri oggi: minaccia o risorsa per la società dei maghi?' Si mise comodo ed andò al primo capitolo. Era da tanto che voleva leggere quel saggio.
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Giugno 2004